Gratitudine

 

“Un po’ di tempo fa, in un sondaggio su Instagram, ho chiesto quanti di voi si demoralizzano facilmente dopo una sessione di lavoro con il proprio cavallo. La risposta? Quasi tutti.

È una sensazione che conosco molto bene: frustrazione, delusione, ansia da prestazione… credo che molto derivi dalla formazione agonistica e dal crescere sportivamente circondati da pressioni: l’istruttore esigente, il genitore che paga e quindi vuole i risultati, la competizione con gli altri allievi, le nostre aspettative… Questo è uno schema tipico; anche se non si fanno gare ci sarà sempre il confronto con gli altri. Ma questo ci fa perdere il focus su ciò che davvero è importante: il cavallo. Non siamo tutti qui per lui? Non abbiamo iniziato a spendere soldi, tempo, energie e spesso salute solo per stare con i cavalli?

Nella maggior parte dei casi i cavalli sono li, parcheggiati in maneggio ad aspettare il nostro arrivo. Ci vedono aprire il box carichi delle nostre aspettative e obiettivi, con il nostro bagaglio di pressioni. Li guardiamo, e ai nostri occhi non sono mai abbastanza in forma, abbastanza veloci, abbastanza intelligenti, abbastanza remissivi..

Loro sono sempre abbastanza. Cambiare mentalità a riguardo ed essere grati anche solo di poter passare pochi attimi in loro presenza, vi dara un immenso senso di gratitudine. La negatività che ci portiamo dietro ci mette in conflitto con il cavallo e questo è il contrario di ciò che vogliamo ottenere.

Siate grati ai vostri cavalli sempre. Siate grati anche quando non capiscono le vostre richieste, vi stanno dando l’opportunità di cambiare il vostro modo di porre le domande. Siate grati anche quando una gara non va come volevate. Avete partecipato con il vostro cavallo: probabilmente da bambini, anche solo vivere quel momento, era un sogno lontano.

Siate grati perché non è scontato che i cavalli siano sempre a vostra disposizione, per qualsiasi richiesta. Il giorno che non lo sono, e non c’è verso di fare nulla, ve lo stanno semplicemente ricordando. Sono vivi. Hanno bisogno di tempo. Hanno una personalità mutevole. Hanno i loro momenti no.  

Siate grati e mostrate questa gratitudine dando al vostro cavallo la migliore vita possibile. Fatelo vivere come un cavallo, fate che stia bene e sia pagato in tutti i suoi bisogni per 24 ore al giorno. Non date mai niente per scontato. Tutto ciò che è il cavallo fa, è per noi un regalo.

Siete grati la frustrazione sarà solo un ricordo lontano.” 

Il testo che avete appena letto è tratto da un post di Instagram che ho scritto qualche mese fa. Ero appena tornata dal concorso di Piazza di Siena, disgustata da  da alcune scene a cui avevo assistito, soprattutto nel circuito Nazionale. Ho visto cavalli fare i salti mortali per portare avanti i percorsi, con cavalieri e amazzoni totalmente fuori equilibrio e dalle richieste estremamente imprecise, solo per ricevere strattoni e frustate punitive quando, dopo l’ennesimo salto che superavano praticamente da fermi, rifiutavano esasperati. 

Ai box ho sentito proprietari incattiviti, minacciare il cavallo di fare una brutta fine se “si fosse permesso di fare capricci”. Sono stata diverso tempo al box del cavallo di una mia amica, per sostenerla e aiutarla, e nella fila davanti, un cavallo è stato preso a ceffoni perché aveva il ballo dell’orso “smettila di fare questi versi!!” gli veniva detto. E lui ovviamente continuava, impossibilitato a controllare quello stress. Quando ho cercato un confronto con la proprietaria mi è stato risposto che per “aiutarlo” aveva già speso centinaia di euro in una di quelle maschere in titanio liquido e quindi sostanzialmente il cavalli doveva esserle riconoscente e stare fermo. 

I cavalli intorno a me cercavano disperatamente rimasugli di fieno nel truciolo e uscivano dal box massimo un paio di volte al giorno, il tempo di fare la gara e magari una brevissima passeggiatina a mano. 

Purtroppo mi sono riconosciuta in molti di quei gesti e di quelle parole. Ho vissuto quel mondo, con quella mentalità, per diversi anni. Ma ora non posso più ignorare. 

Volevo aprire il mio blog proprio con questo articolo, perché credo sia determinante allenare la nostra gratitudine, come punto di partenza per una visione più consapevole del cavallo.                                                                                                                                                                                                         Questi animali, per migliaia di anni, hanno combattuto le nostre guerre, arato i nostri campi, percorso chilometri e chilometri per trasportarci ovunque. Sono stati fondamentali per l’evoluzione della nostra specie. E oggi sono oggetto del nostro divertimento nello sport. In cambio noi abbiamo tolto loro spazio, amici, famiglia, l’opportunità di appagare i loro bisogni di specie. Ma non ci accontentiamo mai, pretendiamo da loro sempre di più. 

Con questo primo articolo vi affido anche un compito; dopo ogni momento passato con i cavalli, scrivete su un diario o nelle note del vostro telefono, almeno cinque cose per cui siete grati. Può essere qualsiasi cosa, anche quella apparentemente più insignificante. In primis può esserci sempre il fatto che avete passato del tempo con i cavalli, non tutti ne hanno la possibilità. 

Allenate la vostra gratitudine e vi assicuro che la vostra relazione con i cavalli, e il vostro approccio alla vita in generale, subirà un vero miglioramento. 

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